Ci sono state inviate delle foto di una preziosa cinquecentina stampata a Venezia nel 1579 da un bibliofilo di Avellino. Si tratta di un tomo di grande interesse, poiché è stato stampato dai torchi di Filippo Giunta, uno dei tipografi più importanti della stampa italiana insieme ad Aldo Manuzio. Le opere di Giunta e Manuzio sono così perfette tecnicamente che ci sono bibliofili appassionati solo delle loro pubblicazioni.

La perfezione degli allineamenti e la qualità dei caratteri rendono questi tomi veri capolavori di arte editoriale dell’epoca. È importante sottolineare che, solitamente, si pensa alle prime tipografie solo per quanto riguarda l’uso dei torchi, ma il vero problema per gli stampatori era la fabbricazione dei caratteri tipografici, fatti di metallo e rifiniti a mano.

Tornando al libro in questione, si tratta di un’opera di giurisprudenza scritta da Bartolomeo Socini, un famoso giurista senese del XVI secolo. Il libro è raro, soprattutto per le sue dimensioni in folio maggiore, lo stesso formato usato per stampare gli atlanti. La legatura è in pergamena e sul dorso c’è un ex libris araldico cinquecentesco consumato.

Il frontespizio è in inchiostro rosso e nero e porta incisa la marca tipografica delle edizioni Giuntine. Il titolo dell’opera è “In digesti veteris, ac infortiati rubricas, leges” dell’autore Bartolomeo Socini, stampato dalla Tipografia Giunti a Venezia nel 1579 nel formato “folio maggiore”. La stima della libreria antiquaria per questo volume è di 800/1000 euro.

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