La Campania è una regione ricca di storia e tradizioni, ma purtroppo è anche una terra dove la criminalità organizzata fa la sua parte. È quanto emerge dalla relazione semestrale della Dia, che evidenzia un aumento della contrapposizione tra sodalizi camorristici a Napoli e provincia. I principali cartelli, l’Alleanza di Secondigliano e il clan Mazzarella, non si limitano solo al traffico di droga e alle estorsioni, ma si infiltrano anche nel tessuto economico e sociale della città.

Nell’hinterland settentrionale di Napoli, diversi clan camorristici sono radicati, alcuni con strutture organizzative consolidate e altri in lotta con clan rivali. A Castellammare di Stabia, il clan D’Alessandro e il clan Cesarano continuano le loro attività illecite, nonostante le azioni repressive delle forze dell’ordine.

A Gragnano, il clan Di Martino ha instaurato rapporti criminali con il clan D’Alessandro, mentre nei comuni di Pimonte e Agerola il clan Afeltra si concentra sulle estorsioni agli imprenditori locali del settore caseario.

Ma la vera sorpresa arriva dalla Penisola Sorrentina, considerata una terra di ricchezza e bellezza, ma anche territorio di spaccio di stupefacenti. Organizzazioni criminali provenienti dalle aree limitrofe controllano il traffico di droga nella zona, sfruttando la sua popolarità turistica. Recentemente, un’operazione dei Carabinieri ha portato all’arresto di 33 persone coinvolte in attività illecite a Vico Equense.

La lotta alla criminalità organizzata in Campania è ancora lunga e difficile, ma le forze dell’ordine continuano a combattere per garantire la sicurezza e la legalità nella regione. È importante che la società civile si schieri dalla parte delle istituzioni per contrastare questo fenomeno e proteggere il territorio e i suoi abitanti.

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