La tragica storia di Giulio Astone, l’84enne agropolese, ha scosso la comunità locale. L’uomo era stato ricoverato nello scorso mese di novembre presso l’Istituto Clinico Mediterraneo di Agropoli per accertamenti sanitari, poiché aveva difficoltà ad ingerire alimenti. Durante il ricovero, però, ha avuto un collasso polmonare e così i sanitari hanno deciso di trasferirlo in codice rosso all’ospedale San Luca di Vallo della Lucania, dove purtroppo è arrivato senza vita.

Subito dopo il decesso, i familiari, rappresentati dagli avvocati Riccardo Ruocco e Sabrina Palumbo, hanno denunciato quanto accaduto. L’esito dell’esame autoptico ha evidenziato gravi elementi a carico dei sanitari che ebbero in cura l’anziano, in quanto la morte sarebbe stata causata da una imprudenza, imperizia e negligenza del personale medico. Inoltre, i consulenti hanno confermato che se la condotta dei sanitari fosse stata conforme alle linee guida e alla buona pratica clinica, la morte del paziente non si sarebbe verificata.

La vicenda ha lasciato la comunità sotto shock. L’avvocato Riccardo Ruocco ha dichiarato che «la relazione depositata dai periti del Pm è precisa, puntuale e lascia poco spazio a dubbi». D’altra parte, l’avvocato Sabrina Palumbo ha sottolineato come Giulio Astone sia stato «ucciso due volte», a causa delle condotte negligenti dei sanitari e della «atroce ed intollerabile barriera del silenzio» che ha disorientato tutti.

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