L’Ospedale San Paolo di Fuorigrotta, insieme all’Ospedale del mare e al Pellegrini, sostiene tutta l’attività di urgenza della città di Napoli. Da quando l’inizio della pandemia ha colpito l’Ospedale San Giovanni Bosco e il Loreto, l’Ospedale San Paolo ha assunto una grande responsabilità, diventando l’unico presidio a servire ben quattro quartieri della città (Bagnoli, Fuorigrotta, Soccavo e Pianura).
Tuttavia, da mesi la situazione è diventata sempre più critica, con una carenza di personale e di posti letto. La Pediatria, ad esempio, è rimasta senza medici e con posti letto dimezzati, mentre il pronto soccorso è sovraccarico di lavoro e di pazienti. La Risonanza magnetica, nonostante le promesse di installazione da luglio, è ancora assente, mentre la radiologia è stata delocalizzata in un altro reparto. La Urologia è stata accorpata alla Chirurgia e non ha ancora autonomia. Per quanto riguarda l’Oculistica, sono rimasti solo due oculisti e la lista di attesa della cataratta è di 9 mesi.
A questo si aggiunge la criticità della Terapia intensiva neonatale, che è stata chiusa ad oltranza, e la Microbiologia, che ha sospeso temporaneamente l’attività per necessità familiari dell’unico microbiologo. In pronto soccorso non ci sono sostituti per malattie, ferie o permessi, e il primario copre turni festivi e notturni senza riposo compensativo.
A causa di tutte queste carenze, l’Ospedale San Paolo rischia la paralisi. La mancanza di personale è diventata acuta, e il governatore Vincenzo De Luca ha chiesto interventi nazionali per eliminare il tetto alle assunzioni imposto dalla Campania.
In conclusione, l’Ospedale San Paolo di Fuorigrotta si trova in una situazione di estrema difficoltà, con carenze di personale, servizi e attrezzature. Il governo deve agire rapidamente per garantire un adeguato livello di assistenza ai pazienti e una maggiore sicurezza per i medici e il personale ospedaliero.
