Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha emesso la sua sentenza nel processo a carico del sindaco di Maddaloni, Andrea De Filippo, e di altri imputati accusati di corruzione elettorale aggravata dall’agevolazione mafiosa.
Il sindaco De Filippo è stato condannato a un anno di reclusione, con pena sospesa, mentre l’ex consigliera comunale Teresa Esposito è stata condannata a 5 anni e 6 mesi di reclusione. Anche i suoi fratelli Eduardo e Giovanni Esposito sono stati condannati rispettivamente a 4 anni e 3 anni di reclusione. La madre di Teresa, Carmela Di Caprio, è stata condannata a 3 anni e 6 mesi di reclusione, mentre l’imprenditore Salvatore Esposito è stato condannato a 2 anni di reclusione. Nunzia Di Donato e Enrico Pisani sono stati condannati a 1 anno di reclusione ciascuno, con la possibilità di beneficiare della sospensione della pena.
Secondo l’accusa, il sindaco De Filippo avrebbe ottenuto l’appoggio di un imprenditore in cambio di ‘controlli vessatori’ ai danni di un concorrente nella distribuzione del gas. Un accordo facilitato, secondo l’accusa, dalla famiglia Esposito per la presenza di Antonio, considerato il referente del clan Belforte a Maddaloni.
I legali difensori, gli avvocati Franco Liguori, Gianluca Giordano, Dezio Ferraro, Massimo Trifari, Aldo Tagliafierro e Mario Corsiero, torneranno in aula a marzo per le discussioni.
La sentenza emessa dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere rappresenta un esempio di come la giustizia italiana sia in grado di affrontare con determinazione casi di corruzione elettorale. La speranza è che casi come questi contribuiscano a ridurre il fenomeno della corruzione nel nostro Paese.