I supporter dell’Eintracht Francoforte si sono riuniti per protestare contro il divieto di vendere 2.600 biglietti agli ospiti in Germania, previsto in occasione della partita di Champions League del 15 marzo. La decisione è stata presa dal prefetto in seguito all’analisi del Comitato di Analisi per la Sicurezza delle Manifestazioni Sportive (Casms), che ha esaminato il “concreto rischio di incidenti tra le opposte tifoserie già dal giorno precedente la gara”, come si legge nel provvedimento.

Secondo il Casms, c’è un “forte sentimento di rivalsa e vendetta” tra le due tifoserie, così come una “possibile partecipazione alla trasferta di gruppi di tifosi dell’Atalanta, gemellati con quelli dell’Eintracht, ed acerrimi rivali dei napoletani”.

Emergono ulteriori dettagli da una nota del questore di Napoli del 7 marzo, secondo cui già il giorno precedente alla partita si sarebbero verificate più aggressioni ai tifosi napoletani da parte di quelli tedeschi, culminate con l’arresto di 25 tifosi locali. Il giorno della gara, inoltre, “cinque tifosi partenopei sono stati arrestati perché trovati in possesso di oggetti di mascheramento”.

Inoltre, poco prima della gara, 30 veicoli appartenenti agli ultras partenopei sono stati colpiti dal lancio di oggetti contundenti, bottiglie e pietre, e altri undici facinorosi di Francoforte sono stati arrestati.

Questo ha portato il prefetto a vietare la trasferta, preoccupato che “solo una parte della tifoseria raggiungerebbe Napoli in forma organizzata, mentre la maggior parte, pari a circa 1.600 tifosi, arriverebbe il giorno precedente in forma disomogenea e frazionata” e molti senza biglietto.

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