Vent’anni di reclusione. E’ questa la condanna inflitta dal GUP di Napoli a Carmine Amato, boss dell’omonimo sodalizio criminale, in quanto riconosciuto essere il mandante dell’omicidio di Francesco Feldi alias ‘o Tufano, avvenuto nel 2011. L’omicidio di Feldi si colloca in un periodo particolarmente turbolento per gli equilibri criminali della periferia nord e che precede di poco quella che passerà alle cronache come la terza faida di Scampia.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Carmine Amato avrebbe ordinato la morte del ras del Rione Berlingieri per estendere l’influenza del suo sodalizio. A sostegno di questa ricostruzione, sono state le dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, tra cui Carmine Annunziata, che hanno riferito di aver partecipato all’organizzazione dell’agguato preparando le armi utilizzate, poi, dai killer.

Giovanni Illiano, all’epoca referente del clan per la zona di Mugnano e, dopo il suo arresto, diventato collaboratore, ha riferito ai magistrati che l’ordine di ammazzare Feldi gli fu impartito dai vertici del sodalizio durante un incontro avvenuto nel covo del Lotto ‘G’ di Scampia e cui avrebbe partecipato anche Raffaele Teatro, genero del padrino Raffaele Amato.

La sentenza di condanna di Carmine Amato è stata emessa in seguito a una lunga e complessa inchiesta. Amato, cui sono state riconosciute le attenuanti generiche grazie al suo legale di fiducia, l’avvocato Luigi Senese, è stato condannato a 20 anni di reclusione per il delitto di Francesco Feldi. La sentenza segna una sconfitta per la criminalità organizzata nella periferia nord di Napoli.

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