La Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno, ha presentato una richiesta di processo immediato, contro il clan Fezza-De Vivo, con riferimento alla maxi inchiesta sulla città di Pagani. La federazione delle due organizzazioni criminali, ricostruite dall’indagine, avrebbe controllato l’Agro Nocerino e parte del Vesuviano, con l’obiettivo di assoggettare l’intera comunità alle proprie decisioni.
Le accuse, a vario titolo, comprendono estorsione, intestazioni fittizie, tentato omicidio, autoriciclaggio, favoreggiamento, possesso di armi da fuoco e detenzione di droga. Inoltre, il gruppo avrebbe esercitato un’estorsione mensile ai capi piazza, con l’obiettivo di controllare il traffico di droga. Gli interessi del sistema paganese erano anche legati al gruppo criminale di Giugliano, interessato ad espandersi nella zona industriale di Nocera Inferiore e in altri comuni.
Diversi Tribunali del Riesame, hanno sottolineato come il clan di Pagani agisse con il fare “tipico dei sodalizi criminali”, dove anche l’elemento territoriale ha la sua valenza. Il quartiere Lamia è diventata la “roccaforte del sodalizio” e la forza intimidatoria dei capi e dei sodali, si è esplicitata con atti di pura violenza e minaccia esplicita.
La richiesta di processo riguarda le persone finite in misura cautelare, mentre per chi è a piede libero vi sarà lo stralcio. Sono 46 in tutto gli indagati, con due ancora irreperibili. A capo del clan vi sarebbero Francesco Fezza e Andrea De Vivo.
Si attendono i risvolti del processo che, se confermate le accuse, getterà luce su una realtà criminale che ha interessato la città di Pagani.