Il figlio del capoclan Paolo Di Lauro, Vincenzo Di Lauro, è stato arrestato mercoledì scorso dai carabinieri a Napoli con l’accusa di essere il mandante dell’omicidio di Luigi Giannino, avvenuto nell’ambito della seconda faida di Scampia nel giugno 2007. Tuttavia, durante il suo interrogatorio, Vincenzo ha negato le accuse contestate, affermando di essere già stato in carcere da tre mesi al momento dell’omicidio e che le sue conversazioni durante i colloqui erano tutte intercettate. Inoltre, ha negato di avere avuto contatti con un collaboratore di giustizia che lo accusa di avere dato l’ordine di morte.

L’avvocato difensore di Vincenzo, Antonio Abet, ha presentato un appello al Tribunale del Riesame. Nel frattempo, Marco Di Lauro, detenuto al 41bis a Sassari e fratello di Vincenzo, si è rifiutato di parlare con il giudice e il suo legale delegato, esprimendo la volontà di voler tornare da dove era venuto senza contestare le accuse degli inquirenti. Marco è stato accusato, insieme al fratello Vincenzo, di essere stato il mandante dell’omicidio di Luigi Giannino.

Le indagini della Procura di Napoli hanno portato all’arresto di 16 persone in relazione ad otto omicidi avvenuti a Secondigliano tra il 2007 e il 2008. La faida di Scampia, iniziata nel 2004, ha causato la morte di oltre 70 persone e ha visto contrapposti i Di Lauro e i rivali clan dei Mazzarella e dei Contini.

L’arresto di Vincenzo Di Lauro dimostra che le autorità italiane stanno combattendo con determinazione contro la criminalità organizzata e che nessuno è al di sopra della legge. Tuttavia, è importante continuare ad investire in strumenti e risorse per contrastare il fenomeno della mafia e delle altre organizzazioni criminali che rappresentano una minaccia per la società e la democrazia.

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