Alessandro Sabatino (s) e Luigi Cerreto in una foto tratta dalla pagina Facebook del programma 'Chi l'ha visto'. Resti umani ricoducibili a Sabatino (40 anni al tempo della scomparsa nel 2014) e Cerreto (23) sono stati rinvenuti in una villa nei pressi di Siracus. Con l'accusa di duplice omicidio e occultamento di cadavere è stato fermato Giampiero Riccioli, 50 anni, figlio del proprietario dell'abitazione dove i due uomini lavoravano come badanti, Roma, 18 febbraio 2021. FB CHI L'HA VISTO 
+++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++ ++HO NO SALES EDITORIAL USE ONLY++

Giampiero Riccioli, il ristoratore di San Marco Evangelista/San Marcellino accusato dell’omicidio dei due badanti di suo padre, Alessandro Sabatino e Luigi Cerreto, è stato condannato in primo grado all’ergastolo nel gennaio del 2022 dal gup del Tribunale di Siracusa. Il processo in secondo grado si sta tenendo presso la Corte d’Assise d’Appello di Catania, dove è stato nominato un consulente per stabilire se Riccioli fosse o meno capace di intendere e di volere al momento del delitto. La prima perizia psichiatrica aveva stabilito che il ristoratore era in grado di stare in giudizio, ma il secondo consulente non è riuscito a sciogliere i dubbi.

I due badanti casertani erano scomparsi nella primavera del 2014, e i loro corpi furono ritrovati nel febbraio del 2021 nella villa di Riccioli, a una decina di chilometri da Siracusa. Furono legati con delle fascette, fatti inginocchiare e uccisi con un colpo di pistola alla testa, in una vera e propria esecuzione. Dopo il delitto furono sepolti nel giardino della villa in un punto su cui poi è stato realizzato un barbecue in muratura. Secondo gli inquirenti, tra Riccioli e i due badanti erano sorti dei dissapori perché questi ultimi avevano denunciato i maltrattamenti del figlio nei confronti del padre. Di qui la decisione di ucciderli per vendetta.

In primo grado, la difesa di Riccioli aveva chiesto, presentando una perizia di parte, l’infermità mentale del ristoratore, negata dal gip del Tribunale dopo la relazione di un consulente nominato dallo stesso giudice. Adesso, il processo in secondo grado sta cercando di fare chiarezza sulla capacità di intendere e di volere di Riccioli al momento del delitto.

Articolo precedenteLa Prefettura di Caserta restituisce la patente di guida a ex affiliato al clan dei Casalesi
Articolo successivoUsura a Cellole e Baia Domitia: 6 strozzini imputati per estorsione

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui