La questione degli orsi in Trentino è al centro dell’attenzione in questi giorni. Tutto è iniziato il 5 aprile quando Andrea Papi, un giovane runner di Caldes, è stato aggredito e ucciso dall’orsa Jj4 mentre si allenava nei boschi sopra il paese della Val di Sole. Dopo l’autopsia, il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, ha firmato un’ordinanza di abbattimento dell’orsa. Questa decisione ha scatenato una forte reazione da parte degli animalisti.

Il Tar ha accolto il ricorso di Lav Italia ed altre associazioni, ma ha mantenuto in vigore solo la cattura dell’orsa. Così, quattro giorni fa, Jj4 è stata intrappolata insieme ai suoi tre cuccioli. Due di loro sono entrati con la madre all’interno della trappola tubo, venendo poi liberati in salute, mentre il terzo è rimasto all’esterno. Adesso l’orsa si trova all’interno del Centro Faunistico di Casteller dove appare disorientata, spaventata e non più aggressiva.

Secondo un sondaggio settimanale, il 92% degli utenti è contrario alla pratica di abbattimento dell’orsa. Anche il padre della vittima ha dichiarato che ucciderla non significa fare giustizia e che è necessaria un’assunzione morale di responsabilità da parte di chi ha gestito gli orsi in Trentino.

Intanto, il sindaco di Summonte, in provincia di Avellino, si è detto “pronto ad adottare con un preciso progetto a Summonte e nel parco del Partenio gli orsi che a breve dovrebbero lasciare la provincia di Trento”. Questa notizia dimostra che esistono alternative all’abbattimento degli animali e che è possibile trovare soluzioni che tutelino sia la sicurezza delle persone che la vita degli orsi.

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