Il processo a carico di Antonio Architravo, accusato di estorsione con metodo mafioso a danno di una ditta edile impegnata in lavori di ristrutturazione in via Firenze, è giunto al termine con una sentenza di assoluzione. Secondo i giudici, infatti, non sarebbe stato l’imputato a minacciare gli operai, ma un’altra persona ancora da individuare.

La notizia della scarcerazione immediata di Architravo ha suscitato reazioni contrastanti. Da un lato, c’è chi plaude alla giustizia che ha fatto il suo corso, dimostrando l’innocenza dell’imputato. Dall’altro, invece, c’è chi ritiene che la sentenza sia stata troppo frettolosa e che non sia stata fatta giustizia nei confronti della ditta edile vittima dell’estorsione.

Il caso ha suscitato un dibattito sulla presenza della criminalità organizzata nei cantieri edili, fenomeno purtroppo diffuso in molte parti d’Italia. Sono numerosi i casi di imprenditori costretti a pagare il pizzo per poter svolgere le proprie attività, subendo minacce e violenze se si rifiutano di cedere alle richieste dei criminali.

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