Il Procuratore della Repubblica di Benevento, Aldo Policastro, ha voluto precisare che la violazione del diritto di difesa dell’indagato e dell’imputato, costituzionalmente tutelato dall’art. 24 della Costituzione, è assolutamente estranea alla prassi e agli orientamenti di tutto l’ufficio, compreso il magistrato titolare dell’indagine preliminare. Il rispetto del diritto di difesa è un dovere del pubblico ministero, che deve svolgere tutte le indagini necessarie all’accertamento dei reati e delle responsabilità personali, sempre nel rispetto del diritto di difesa.

Il Procuratore ha inoltre affermato che la riservatezza che si deve osservare nella fase delle indagini preliminari impedisce di affrontare in questa sede i risvolti dell’attività di indagine, ma ha sottolineato che in tale attività tutti i magistrati svolgono anche accertamenti su fatti e circostanze a favore della persona sottoposta alle indagini e dell’imputato. Inoltre, nella indagine citata, non è stata disposta alcuna attività invasiva nei confronti dell’avvocato, le cui prerogative previste dalla legge non sono state violate.

Il Procuratore ha espresso rammarico per i dubbi espressi dalla Camera penale di Benevento sul reale atteggiamento di stima e rispetto che tutti i magistrati della Procura di Benevento mostrano nei confronti dell’Avvocatura. Ha sottolineato che la valutazione dell’atto di indagine fatta dalla Camera penale è probabilmente conseguenza di un mero equivoco e che l’atto poteva ingenerare, a causa della fase coperta dal segreto investigativo, un’errata interpretazione dell’operato del magistrato nell’esercizio del suo dovere di ricerca della prova.

Policastro ha convenuto sulla necessità di un “rapporto proficuo e leale tra Magistratura e Avvocatura” e ha auspicato che la Camera penale, alla luce di quanto fin qui detto, voglia rimeditare la sua decisione. Il Procuratore ha garantito che continuerà a garantire il suo pieno impegno per la tutela del diritto di difesa in tutte le fasi e sarà sempre disponibile a dialogare con la Camera penale e l’Avvocatura per trovare ulteriori strumenti per il raggiungimento dell’obiettivo, comune alla magistratura e all’avvocatura, di un giusto processo.

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