Antimo Bucci e Salvatore Raucci tornano liberi dopo essere stati coinvolti nell’inchiesta della Dda di Napoli che ha fatto luce sullo spaccio di droga dei Belforte. La Compagnia Carabinieri di Marcianise ha eseguito 28 misure cautelari, di cui 16 in carcere, 7 agli arresti domiciliari e 5 all’obbligo di presentazione alla p.g. Gli indagati sono gravemente indiziati dei reati di associazione dedita al traffico di sostanze stupefacenti, nonché di numerosi episodi di detenzione e cessione di sostanze stupefacenti aggravati dal metodo mafioso. In particolare, sia Bucci che Raucci avrebbero svolto il ruolo di pusher nella piazza di spaccio avviata a Milano da Giovanni Buonanno e dal suo fratellastro Giuseppe Giacomo Salzillo.
Dall’inchiesta, sono emersi a carico di altri indagati anche episodi di estorsione, usura, ricettazione, riciclaggio, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e induzione di falso in atto pubblico. In particolare, avrebbero cercato di combinare un falso matrimonio tra un cittadino italiano ed una cittadina straniera previo compenso, con lo scopo di far ottenere il permesso di soggiorno e successivamente la cittadinanza italiana.
Infine, c’è l’accusa di oltraggio alla giustizia, perché Giovanni Buonanno avrebbe minacciato reiteratamente Claudio Buttone, collaboratore di giustizia, utilizzando nei confronti della persona offesa l’influenza criminale e la conseguente condizione di assoggettamento omertoso derivante dal “clan Belforte”. Tale condotta veniva posta in essere al fine di indurre lo stesso Buttone a rendere false dichiarazioni nell’ambito del dibattimento che si stava svolgendo dinanzi alla Corte di Assise di Appello di Napoli in relazione all’omicidio di Andrea Biancur, nel quale Giovanni Buonanno era imputato. L’Ottava Sezione del Riesame del tribunale di Napoli ha accolto l’istanza dei difensori dei due indagati Pasquale Acconcia (per Bucci) e Gabriele Amodio (per Raucci), entrambi finiti in carcere lo scorso 19 aprile.