Bernardo Cava e Pellegrino Crisci sono stati scarcerati dai giudici della dodicesima sezione del Tribunale del riesame di Napoli. I due erano stati accusati di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, ma sono stati liberati grazie ai ricorsi presentati dai loro avvocati. Tuttavia, Crisci è stato rimesso agli arresti domiciliari per maltrattamenti, mentre Cava è stato sottoposto alla misura di prevenzione. Durante l’interrogatorio di garanzia, i due si sono avvalsi della facoltà di non rispondere alle domande del giudice per le indagini preliminari.

L’imprenditore che ha denunciato la vicenda ha rivelato di essere stato minacciato da Cava, che gli ha detto: “Adesso ci siamo noi sulla zona, non vi preoccupate per l’escavatore, voi dovete stare tranquillo, la protezione ve la facciamo noi. Non mi fate vedere i carabinieri, io sono Aldo Cava, non ho niente da perdere e non ho paura di nulla, chi tiene da perdere sei solo tu”. Queste parole poco rassicuranti sono state rivolte all’imprenditore di Sirignano dopo che aveva subito un attentato incendiario e venne condotto in un garage, nelle disponibilità di Pellegrino Crisci.

L’imprenditore, che aveva subito l’incendio di un mezzo nel deposito aziendale, si era rivolto ad un amico per comprendere chi avesse potuto compiere l’azione incendiaria. Dopo qualche giorno l’amico gli fece sapere che Pellegrino Crisci gli voleva parlare e che lo avrebbe incontrato presso la sua abitazione. Incontro al quale l’imprenditore accompagnato dal suo amico si recò, ignaro di ciò che sarebbe accaduto.

Fu in quella sede che Bernardo Cava, gli si parò davanti, preannunciato dall’affermazione di Pellegrino Crisci: “Qui ci sta Don Aldo”. A quel punto le richieste intimidatorie proferite da Bernardo Cava. I due, sebbene spaventati, riuscirono ad uscire dal garage dopo alcuni minuti proferendo le parole: “Dateci qualche giorno per pensare”. Successivamente l’amico dell’imprenditore riceve una telefonata minacciosa: “Sto cancello occonciamm o no, se no’ escono i cani”.

Le indagini presero il via dopo la denuncia presentata dall’imprenditore il 17 dicembre del 2020. L’uomo raccontò agli inquirenti il tentativo di estorsione subito alcuni mesi prima, dopo l’incendio del mezzo per il movimento terra, affermando di “volersi liberare di un peso”. Dopo qualche mese, l’imprenditore minacciato incontrò il padre di Pellegrino Crisci e gli raccontò delle richieste estorsive avanzate dal figlio e da Bernardo Cava. “Lo sai che tuo figlio mi ha chiesto la tangente”? E il padre di Crisci rispose in quella circostanza: “e tu dagli quello che ti ha chiesto, quello con la testa non sta bene”, ma l’imprenditore deciso replicò: “mi devono ammazzare, io non do niente a nessuno”.

Articolo precedenteIl Rummo di Benevento: tempi di attesa dimezzati per le visite ambulatoriali
Articolo successivoMorte sul lavoro a Castelfranci: domani l’autopsia sul meccanico Raffaele Gregorio

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui