Sentenze favorevoli per i risparmiatori possessori di buoni fruttiferi postali emessi dopo il DM 1986 non modificati sul retro. Questo è il risultato delle pronunce emesse in primo e secondo grado dai Tribunali di Benevento, Avellino, Isernia, Locri, Santa Maria Capua Vetere, Milano, Teramo, Roma, Firenze, e dalle Corti di appello di Napoli e Firenze. Contrariamente a quanto fatto da Poste, queste sentenze riconoscono i maggiori interessi sui buoni ordinari trentennali emessi dopo il D.M. 1986 aventi sul fronte la serie Q/P e sul retro P/O. L’avvocato Giulio Fragasso ha sottolineato che i risparmiatori si sono accorti che i loro calcoli non coincidevano con quelli che Poste gli prospettava. Ciò era dovuto al fatto che Poste utilizzava vecchi moduli di buoni fruttiferi aventi serie P, ed addirittura in alcuni casi della serie O, diverse da quella Q che avrebbe dovuto emettere. In pratica, i buoni del risparmiatore avevano più timbri di modifica ma solo sul fronte era apposto quello corretto P/Q; mentre sul retro tale dicitura Q/P non era stata apposta lasciando inalterati i tassi di interesse della vecchia serie P/O. I Tribunali e le Corti di appello hanno emesso decisioni positive a favore dei risparmiatori, sull’intero periodo di 30 anni dei buoni, perché Poste aveva omesso il contenuto del D.M. 1986 che obbligava l’ufficio postale ad apporre due timbri di modifica, uno sul fronte con il timbro P/Q e uno sul retro con i nuovi tassi di interesse.

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