Il tribunale per i minorenni di Salerno ha respinto il ricorso presentato dal legale del quindicenne coinvolto nell’inchiesta sull’omicidio di Marzia Capezzuti. Secondo i giudici, ci sono “gravi indizi di colpevolezza” a suo carico e la telefonata che ha fatto con la sorellastra è “una vera e propria confessione”. Inoltre, la personalità del minore è stata descritta come connotata da una serie di precedenti penali sempre più gravi, il che rende il pericolo di reiterazione di condotte criminose molto alto.

Il tribunale ha anche rivelato altri dati investigativi, come il fatto che il quindicenne aveva avuto una relazione su Instagram con una ragazza straniera che gli aveva detto di aver avuto una conversazione con lui l’8 marzo, durante la quale lui le aveva detto di essere a bordo di un furgoncino con il padre e che dopo la conversazione le aveva scritto che aveva un morto nel furgocino. Inoltre, un compagno di cella di Vito Vacchiano ha raccontato ai giudici che il quindicenne aveva un ruolo nell’omicidio e che era “evidentemente premeditato”.

I giudici hanno anche affermato che tutti gli interventi rieducativi non hanno sortito alcun effetto sul quindicenne, il quale è refrattario ad input educativi. Per questo motivo, i giudici ritengono “fuori discussione la possibilità di modificare la misura in corso”, soprattutto la collocazione in casa in quanto il “contesto familiare è del tutto assente”, così come in comunità essendo lui refrattario ad input educativi.

In conclusione, il tribunale per i minorenni di Salerno ha deciso di non concedere alcuna agevolazione al quindicenne coinvolto nell’omicidio di Marzia Capezzuti, in quanto ci sono gravi indizi di colpevolezza a suo carico e il pericolo di reiterazione di condotte criminose è molto alto.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui