La Corte di Appello di Napoli ha deciso di accogliere la richiesta di consegna dell’eurodeputato napoletano Andrea Cozzolino alle autorità belghe. Cozzolino è accusato di corruzione e riciclaggio insieme ad altri politici europei per aver ricevuto denaro da un diplomatico del Marocco per favorire gli interessi del Marocco all’interno del Parlamento europeo. Dopo aver visionato gli atti trasmessi dal Belgio e il report sulle condizioni delle carceri del paese nord Europeo, la Corte di Appello ha stabilito che non c’è stata logica persecutoria nei confronti di Cozzolino e che le ipotesi investigative non sono frutto di mera invenzione o completamente avulsa dalla realtà.

Le difese dell’eurodeputato hanno accennato alla partecipazione dei servizi segreti belgi nelle indagini, affermando che si tratta di apparati statali soggetti al vincolo di dipendenza dal governo privi di controllo giurisdizionale. Tuttavia, i giudici hanno affermato che dalla lettura degli atti non si evince ragione per ritenere che le indagini siano state svolte dai servizi segreti, invece che dall’autorità giudiziaria.

Cozzolino ha avuto modo di intervenire per la prima volta nel corso del procedimento in cui viene pesantemente chiamato in causa. Ha ricordato il carattere fumoso e poco dettagliato delle contestazioni che gli sono state mosse, ma anche la mancanza di ascolto da parte delle autorità belghe: “Prima e dopo che mi venisse revocata l’immunità parlamentare, ho chiesto di essere ascoltato dagli inquirenti, ma non ho avuto risposte”.

Ora i suoi legali hanno cinque giorni per approntare un ricorso per Cassazione, nel tentativo di ottenere l’annullamento del provvedimento adottato a Napoli e scongiurare la traduzione in un carcere belga. L’inchiesta si basa sulle accuse di alcuni indagati reo confessi, a proposito di quella sottile linea che separa valutazioni politiche e accordi illeciti.

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