Il caso di Salvatore Esposito, noto come “Totoriello”, è uno dei tanti episodi di violenza legati alla criminalità organizzata in Italia. Esposito era un autista e uomo di fiducia del clan Licciardi, ma il 27 settembre del 2013 è sparito nel nulla. I camorristi di Secondigliano dicevano che era andato a fare una camminata a Marano, ma in realtà era stato ucciso a colpi di pistola e il suo cadavere sciolto nell’acido in una casa abbandonata alla periferia di Chiaiano.

Secondo Giuseppe Simioli, ex esponente del clan Polverino e oggi collaboratore di giustizia, Esposito è stato ucciso anche per una questione di tradimento. Questo episodio dimostra ancora una volta la brutalità e l’assurdità della criminalità organizzata, che non esita a utilizzare la violenza per risolvere le proprie controversie.

È importante che la società civile e le istituzioni continuino a combattere contro la criminalità organizzata, per garantire un futuro migliore ai nostri figli e alle future generazioni. Solo attraverso la collaborazione e la determinazione di tutti, è possibile sconfiggere la violenza e la corruzione. Non dobbiamo dimenticare le vittime della criminalità organizzata e dobbiamo lottare per la giustizia e la verità. Solo così potremo costruire un paese più giusto e libero.

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