Il problema del suicidio tra i detenuti è diventato ormai una triste abitudine in Italia. L’ultimo caso si è verificato a Secondigliano-Napoli e a Ravenna, dove un detenuto di soli 35 anni si è tolto la vita dopo appena due settimane di carcere. Il segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria, Aldo Di Giacomo, ha dichiarato che dall’inizio dell’anno si sono verificati 24 suicidi di detenuti, con un totale di 58 decessi. Nel 2019, invece, ben 84 persone si sono tolte la vita all’interno delle carceri italiane, un numero record dal 2000.

È preoccupante sapere che l’età dei detenuti che si suicidano sta diminuendo, con una media di oltre 40 anni e numerosi casi di over 30. Inoltre, il 40% dei decessi riguarda detenuti extracomunitari, dimostrando che i giovani, i tossicodipendenti e coloro che hanno problemi psichici sono i più vulnerabili.

Il segretario Di Giacomo ha espresso la sua delusione riguardo alle promesse politiche e alle dichiarazioni di parlamentari e membri del governo, che spesso rimangono solo parole e non vengono seguite da azioni concrete. La costruzione di nuovi padiglioni e il recupero di vecchie caserme sono solo annunci che non risolvono il problema.

Il sindacato di polizia penitenziaria ha proposto misure e azioni concrete per affrontare l’emergenza suicidi, come il ripristino dei fondi tagliati all’Amministrazione Penitenziaria e al personale. Lo stato ha la responsabilità di proteggere la vita dei detenuti, e deve agire al più presto per porre fine a questa mattanza silenziosa.

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