Gerardo Limongiello, 87 anni, è stato recentemente rilasciato dalla prigione dopo che i giudici della seconda sezione della Corte di Assise di Appello di Napoli hanno revocato la misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Lo scorso anno, Limongiello è stato condannato a 21 anni di reclusione, all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e alla condanna al risarcimento alla parte civile per aver soffocato sua moglie, 83enne, con un cuscino.

L’anziano si è costituito immediatamente ai carabinieri del comando provinciale di Avellino, dopo aver ucciso la moglie durante l’ennesima discussione in casa. I carabinieri hanno trovato la porta di casa aperta e la donna, Antonietta Ficuciello, distesa sul letto senza vita. Limongiello ha raccontato che due giorni prima dell’omicidio, ci fu un litigio tra i due anziani coniugi e la moglie lo aggredì dandogli dei morsi alla mano sinistra. I due non avevano figli, vivevano da sempre soli e l’anziano era da tempo malato e stanco della vita.

Potrebbe essere stata la paura di lasciare la moglie sola, e senza alcun tipo di sostegno, a spingere il marito a compiere l’insano gesto. Dopo aver ucciso la moglie, Limongiello ha scritto un biglietto chiedendo perdono alla moglie tanto amata e si è consegnato ai militari dell’Arma del comando provinciale di Avellino. Il gip del tribunale di Avellino ha rigettato la richiesta di convalida di fermo e ha applicato i domiciliari in ospedale per l’anziano. Limongiello è stato disposto in arresti domiciliari presso il reparto psichiatrico dell’ospedale di Solofra o altra struttura disponibile all’accoglienza con eguali caratteristiche.

Dagli elementi raccolti dagli inquirenti, è emerso che Limongiello nel mese di febbraio aveva tentato il suicidio e che le sue condizioni psichiche erano già molto precarie. L’uomo era esasperato dalle condizioni di salute della moglie, ma anche dal clima di solitudine in cui versava la coppia, senza alcun tipo di aiuti in casa. L’età avanzata aveva portato l’uomo a chiedere più volte alla moglie di trasferirsi in un centro per anziani. Ma la donna lo aggredì con dei morsi, oltre a provocargli dei graffi sulla mano sinistra.

I familiari della vittima si sono costituiti parte civile nel processo, rappresentati dall’avvocato Alfonso Laudonia. Limongiello affronterà il processo di secondo grado in piena libertà, difeso dall’avvocato Mario Di Salvia. La vicenda dimostra l’importanza di prestare attenzione alle condizioni di salute mentale degli anziani, soprattutto in situazioni di solitudine e isolamento. La società deve impegnarsi a fornire un adeguato supporto e assistenza agli anziani, per prevenire tragedie come quella che ha colpito Gerardo Limongiello e sua moglie Antonietta Ficuciello.

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