Nella giornata di domani si terranno le udienze di convalida dei fermi notificati dai carabinieri, dalla Dda di Napoli e dalla Procura dei Minori ai due giovani, il 19enne Emanuele Civita e il 17enne figlio di un affiliato al clan D’Avino, accusati di essere i protagonisti della sparatoria avvenuta martedì sera a Sant’Anastasia. Nella sparatoria sono rimaste ferite tre persone, tra cui una bambina di 10 anni attualmente ricoverata in prognosi riservata nell’ospedale pediatrico Santobono di Napoli. I due giovani sono accusati di tentato omicidio e porto illegale di arma in concorso e si sono consegnati ai carabinieri di Castello di Cisterna accompagnati dai loro legali. Nessuno avrebbe rilasciato dichiarazioni agli inquirenti e si attende l’atteggiamento che adotteranno domani davanti al giudice. Le armi utilizzate per la sparatoria non sono state trovate e neppure i due indagati hanno fornito informazioni in merito.

Il sindaco di Pollena Trocchia, comune di residenza del nucleo familiare finito sotto il fuoco delle armi, ha contattato il papà della bambina ferita, che è fuori pericolo ma ancora nel reparto di rianimazione dell’ospedale Santobono di Napoli. Il sindaco esprime soddisfazione per il fermo dei due giovani accusati del tentato omicidio della bambina e dei suoi genitori, ma sottolinea l’importanza di considerare la pericolosità sociale dei fermati nella giustizia che verrà loro fatta.

Il sindaco di Sant’Anastasia ha chiamato il Prefetto di Napoli per chiedere aiuto nella garanzia della sicurezza, sottolineando la presenza di un problema di devianza giovanile da affrontare insieme alle associazioni, ai genitori e alle forze dell’ordine. Esprime soddisfazione per il lavoro eccellente, rapido e preciso dei carabinieri che hanno identificato i due giovani grazie al sistema di videosorveglianza. Ha anche contattato il papà della bambina ferita per esprimere piena solidarietà e disponibilità dell’amministrazione.

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