La situazione delle carceri irpine è critica, come emerso dalla Relazione 2022 del Garante Campano dei detenuti. La mancanza di personale e di assistenza sanitaria sono solo alcune delle problematiche riscontrate. Inoltre, ci sono 132 detenuti con problemi di tossicodipendenza e 32 malati di mente, ma la mancanza di psichiatri e psicologi rende difficile curarli adeguatamente. Si tratta di omissioni di atti di ufficio che devono essere affrontate. Inoltre, la presenza di tossicodipendenti aumenta e curarli solo con il metadone non è sufficiente, poiché vanno in crisi di astinenza e chiedono droga, portando al sequestro di sostanze stupefacenti e cellulari. Bisogna quindi passare dal concetto di custodia a quello di accudire. Ci sono anche problemi riguardanti la mancanza di posti per misure alternative al carcere e il rischio di suicidi. È importante prestare attenzione alle piccole cose che possono migliorare la vita e la serenità quotidiane all’interno delle carceri.

Le criticità non sono solo nel penitenziario di Bellizzi irpino, ma ovunque. La riduzione del personale di polizia penitenziaria e la disparità di numero tra detenuti e personale rendono difficile gestire una situazione sempre più esplosiva. Vi sono gruppi di detenuti che gestiscono tutta la comunità anche grazie a nuovi strumenti tecnologici che facilitano la gestione di nuovi traffici di droga, computer e cellulari. Tutto questo all’interno di strutture vetuste, per cui la gestione di una tale situazione con personale ridotto risulta difficile se non impossibile.

Il carcere non può essere un luogo dove temporaneamente mettiamo in stand by dei soggetti, ma deve essere utilizzato per avere cittadini consapevoli che quando usciranno non tornino a delinquere. Il compito di recupero del detenuto il carcere non riesce a farlo. Abbiamo dei tassi di recidiva del 70%, ma queste percentuali scendono quando abbiamo soggetti che iniziano dei percorsi all’esterno come l’affidamento al lavoro. È fondamentale che il carcere si ammoderni per affrontare questa sfida del reinserimento. È necessaria una sinergia tra gli organi coinvolti per un lavoro comune finalizzato al reinserimento sociale dei detenuti. La centralità della persona deve essere al centro delle attenzioni per aiutarli.

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