50 misure cautelari sono state notificate all’alba dai Carabinieri e dalla Squadra Mobile di Napoli, su richiesta della Dda, nell’ordinanza del gip di Napoli, Carla Sarno. Secondo quanto riportato, Ciro Caiafa, padre di Luigi Caiafa, il baby rapinatore 17enne ucciso da un poliziotto per legittima difesa il 4 ottobre del 2020, è stato ucciso perché non si era piegato alle logiche criminali del “sistema”, definita anche “la paranza dei Quartieri Spagnoli”. Le indagini della Squadra Mobile e dei Carabinieri hanno consentito di delineare la struttura criminale dei Quartieri Spagnoli, composta da tre gruppi facenti capo ad Antonio Esposito, Vincenzo Masiello e Eduardo Saltalamacchia, che imponevano ai pusher l’acquisto della droga e il pagamento di una tangente settimanale, e che era pronta a punire chi si ribellava. Il figlio di Ciro Caiafa, Luigi, tentò di rapinare alcuni giovani nel cuore di Napoli insieme con un complice, Ciro De Tommaso, figlio di Genny ‘a Carogna, puntando contro l’agente che intervenne una pistola poi rivelatasi un giocattolo privo del tappo rosso. Il poliziotto sparò, per legittima difesa, e lo uccise. La sua posizione è stata archiviata dall’autorità giudiziaria. La storia di Luigi è contrassegnata anche dalla rimozione di un murales abusivo raffigurante il giovane nei pressi di via dei Tribunali, uno dei decumani del capoluogo partenopeo.

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