Sono stati rinvenuti i resti di due donne e di un bambino nei nuovi scavi dell’area archeologica di Pompei. Si tratta di tre pompeiani che cercavano rifugio dall’eruzione del Vesuvio e invece sono morti sotto i crolli dei solai. Il ritrovamento è avvenuto nella Regio IX, in un’area finora inesplorata, nel corso del progetto di tutela e manutenzione dei fronti di scavi del Parco. I primi reperti e alcuni scheletri sono stati scoperti grazie alle indagini antropologiche e presentano traumi perimortem dovuti al crollo del solaio soprastante, frammisti a lapilli pomicei bianchi.
Il nuovo scavo si trova nell’Insula 10 della regio IX, lungo via di Nola, ed è stato avviato a febbraio scorso. L’obiettivo è migliorare la conservazione delle strutture millenarie e acquisire nuovi dati archeologici, grazie all’utilizzo di diverse professionalità, tra cui archeologi, archeobotanici, vulcanologi, sismologi e numismatici.
Il direttore del Parco archeologico campano, Gabriel Zuchtriegel, si è detto soddisfatto dei nuovi reperti archeologici e ha sottolineato la bontà del lavoro svolto dall’equipe composta da varie professionalità. Il direttore ha inoltre spiegato che le vittime del crollo non sono morte per effetto diretto dell’eruzione, ma a causa dei terremoti che l’hanno accompagnata.
Il progetto si inserisce in un più ampio approccio che mira a rettificare e risolvere i problemi idrogeologici e conservativi dei fronti di scavo, ovvero il confine tra la parte scavata e quella inesplorata della città antica. L’obiettivo è evitare di tornare a una situazione per cui si ha bisogno di un finanziamento straordinario, lavorando invece nell’ottica della sostenibilità e della conservazione del patrimonio.