L’ultima ordinanza di camorra ha portato alla luce numerosi capi di imputazione provvisori, tra cui gli investimenti nella zona industriale di Marcianise. In particolare, sono state mosse accuse riguardanti i saccheggi a un minimarket e l’estorsione ai titolari di un noto opificio.

Tra i casi emersi, c’è quello dell’imprenditore Giacomo Terracciano, che ha consegnato mezzo milione di euro come caparra all’imprenditore Angelo Piccolo per l’acquisto di un mega capannone lungo il viale Carlo III. Questa cifra ingente ha attirato l’attenzione della camorra, che ha visto nell’occasione un’opportunità per lucrare. Clan dei Casalesi e camorra marcianisana si sono uniti per ottenere una parte di quei soldi, coinvolgendo anche le storiche fazioni dei Mazzacane e dei Quaqquaroni.

Per ottenere il pagamento dei soldi, sono state utilizzate minacce credibili e truppe d’assalto, come Mario De Luca, Mario Curtiello e Gennaro Celentano. Anche Daniele Coronella di Casal di Principe e Nunzio Chiariello, mediatore tra Giacomo Terracciano e il clan dei Casalesi, sono stati indagati per il loro coinvolgimento.

Un altro episodio che figura tra le imputazioni riguarda l’azione estorsiva nei confronti dei titolari di un opificio insediato a Teverola. Giovanni Improda, insieme ad altre persone, ha rivendicato il pagamento di una prestazione professionale da Felicia Dello Margio, minacciando e passando anche a vie di fatto con una mazza da baseball.

Infine, è emerso anche il caso del minimarket di Teverola “L’angolo della spesa”, che è stato vittima di numerose razzie da parte di Giovanni Improda, Antonio Barbato e Carmine Lucca, senza che il commerciante potesse opporre alcuna resistenza.

In conclusione, l’ordinanza ha portato alla luce numerosi casi di estorsione e criminalità organizzata, dimostrando ancora una volta la presenza diffusa della camorra nel territorio.

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