Oggi i carabinieri della settima sezione “Investigazioni scientifiche” eseguiranno tutti gli accertamenti su una decina di reperti recuperati nella casa che Giulia Tramontano condivideva con il suo compagno Alessandro Impagnatiello. Questo arriva qualche settimana dopo l’omicidio della giovane di Maddaloni, avvenuto la sera di sabato 27 maggio, quando il suo fidanzato l’ha uccisa con 37 coltellate. La giovane era al settimo mese di gravidanza e il suo bambino, Thiago, non vedrà mai la luce.

Le indagini dei Ris stanno proseguendo per cercare di capire se Impagnatiello abbia avuto l’aiuto di qualche possibile complice. Gli investigatori, infatti, cercheranno sui reperti altre possibili impronte digitali. Sotto analisi sarebbero tutti gli oggetti che il 30enne avrebbe utilizzato per uccidere e per provare a sbarazzarsi del corpo della ragazza. Impagnatiello avrebbe ucciso la compagna con almeno 37 coltellate, di cui due fatali al collo. Poi ha provato a dare fuoco al corpo nella vasca da bagno. Non riuscendoci, ha trascinato il cadavere fino alla cantina e al box, dove avrebbe provato a darle fuoco una seconda volta. Infine, ha deciso di avvolgere il corpo in alcuni sacchi e di nasconderlo tra le sterpaglie.

L’indagine è ancora in corso, ma gli inquirenti stanno facendo tutto il possibile per far emergere la verità e far giustizia per Giulia e il suo bambino. È un caso che ha scosso l’opinione pubblica e ha fatto riflettere sulla violenza di genere. Speriamo che si possa fare giustizia e che la memoria di Giulia e del suo bambino possa essere onorata.

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