Oggi si è svolta un’udienza nel processo riguardante l’inchiesta della Dda di Napoli sulla società Ni.Re. Gli avvocati delle difese dei vari imputati hanno cercato di smontare l’accusa di associazione a delinquere, affermando che non ci sono prove concrete e che le intercettazioni telefoniche e del GPS non sono affidabili.
L’avvocato Patrizio Dello Russo ha difeso il suo assistito Renato Freda, affermando che la costituzione della società Ni.Re non ha portato ad un effettivo guadagno per Freda e che non ci sono elementi sufficienti per affermare che fosse a conoscenza delle intenzioni di Nicola Galdieri.
Anche l’avvocato Fernando Letizia, difensore di Freda insieme a Dello Russo, ha affermato che non ci sono prove dell’esistenza di un’associazione malavitosa e che gli organi inquirenti hanno impiegato tutti i mezzi a loro disposizione per condurre un’indagine completa, senza però trovare prove concrete.
L’avvocato Raffaele Doria, difensore di Luigi De Simone, ha evidenziato che la posizione del suo assistito all’interno dell’inchiesta è stata completamente marginale e che non esistono i tipici reati associati alla criminalità organizzata, come estorsione aggravata dal metodo mafioso o violenza.
Anche l’avvocato Raffaele Bizzarro, difensore di Diego Bocciero, ha sollevato dubbi sull’affidabilità delle intercettazioni telefoniche e delle registrazioni del GPS presentate come prove incriminanti e ha messo in discussione la presenza stessa del reato di associazione a delinquere.
Infine, l’avvocato Antonio Del Vecchio, co-difensore di Carmine Valente, ha affermato che non ci sono gli estremi per contestare il reato di associazione a delinquere e che non è stata dimostrata minimamente la realtà associativa.
L’udienza si è conclusa e si tornerà in aula il 27 giugno, quando la parola passerà nuovamente all’avvocato Getano Aufiero per gli imputati Carlo Dello Russo e Nicola Galdieri.