In Italia, la Procura di Vallo della Lucania ha ricostruito 778 capi d’accusa, di cui 27 per corruzione, a seguito di una truffa di falsi diplomi. Tra gli imputati, ci sono 373 persone, di cui una ventina dell’Irpinia. Le accuse comprendono falso commesso da pubblico ufficiale e truffa aggravata, oltre che tentata.

Il lavoro dei carabinieri era partito dopo una segnalazione di un Ufficio Scolastico regionale, che aveva evidenziato come alcuni docenti, per l’assunzione in ruolo nel 2018, avessero presentato titoli di studio molto datati e mai esibiti in nessuna procedura concorsuale. Da una verifica di quei titoli, si era poi scoperto che la documentazione non era stata mai utilizzata.

Centinaia furono le acquisizioni, in tutta Italia, di quei titoli di studio ritenuti sospetti. A seguito di verifiche più specifiche, nel mirino finì un istituto paritario di San Marco di Castellabate, dove sarebbero stati formati gran parte di quegli atti, in questo caso diplomi così come ulteriore certificazione per personale amministrativo, ad esempio, che serviva per ottenere un posto di lavoro nelle scuole pubbliche.

Collaboratori esterni e intermediari – stando alle accuse – avrebbero definito e promesso, ad esempio, il pagamento anche di 4000 euro per il rilascio di un falso diploma. Una 47enne di Pagani riuscì a ottenere prima una messa a disposizione in una scuola (la cosiddetta Mad), presentando un diploma falso, ottenendo l’incarico di supplenza e percependo una retribuzione di circa 40mila euro. Successivamente, con la stessa documentazione ottenne incarico su un posto di sostegno in un concorso straordinario, venendo assunta e conseguendo retribuzione per il periodo interessato, pari a 23mila euro.

Gli inquirenti quantificarono in almeno 7 milioni e mezzo di euro il danno per la pubblica amministrazione, con circa 400 diplomi contenenti firme false e dove l’acquisto di determinati titoli andava dai 1000 ai 2500 euro in media. Le parti si aggiorneranno ai primi di luglio, tra questioni preliminari e richieste di riti alternativi.

Articolo precedenteIl processo al nuovo clan Partenio: le difese degli imputati in aula a Napoli
Articolo successivoLa morte di Giovanni Sasso: la dinamica dei fatti a Pineta Grande

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui