Il processo per la presunta tangente chiesta a Bartolomeo Velardo, un imprenditore di Cusano Mutri, sugli interventi di somma urgenza per la sistemazione delle sponde del torrente Titerno dopo l’alluvione dell’ottobre 2015, ha portato alla richiesta di condanne per Giuseppe Maria Maturo, Remo Di Muzio e Nicola Russo. Il pm Stefania Bianco ha chiesto otto anni per Maturo, sei per Di Muzio e Russo. Durante l’udienza, il giudice ha interrotto la discussione per alcuni minuti per leggere il documento Anm sulla vicenda Artem Uss, ritenendo un “attacco all’indipendenza della magistratura” l’azione disciplinare avviata dal ministro Nordio contro i giudici della Corte d’Appello di Milano. Il processo è scaturito da un’indagine che, supportata da intercettazioni telefoniche ed ambientali, e dalle conversazioni registrate dallo stesso imprenditore, era finita agli arresti domiciliari per concussione Maturo e Di Muzio nel 2018. L’ordinanza era stata annullata dal Riesame, con una pronuncia confermata nel gennaio del 2019 dalla Cassazione, che aveva dichiarato inammissibile l’appello della Procura.

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