Il clan Contini sotto accusa: arresti per usura e gioco d’azzardo

La Direzione distrettuale antimafia di Napoli ha svelato un nuovo capitolo della storia del clan Contini, facente parte dell’Alleanza di Secondigliano, con due diverse ordinanze di custodia cautelare. Sono stati effettuati un totale di sedici arresti: tre per le indagini sulla struttura e i fedelissimi del clan Contini e tredici per usura, gioco d’azzardo e vari altri reati, tra cui l’esercizio abusivo di attività finanziaria, il trasferimento fraudolento di valori, il riciclaggio, l’autoriciclaggio e le false fatturazioni per operazioni inesistenti, tutto al fine di favorire il clan del Vasto e dell’Arenaccia. L’operazione è stata condotta dai carabinieri del nucleo investigativo di Napoli e dalla compagnia Stella.

Molte delle vicende al centro delle indagini ruotano attorno al ruolo degli Attardo (Gaetano, Salvatore, Michele, Pasquale e Vincenzo), raggiunti da una misura cautelare in carcere insieme a Mario Maietta e Umberto Pisco; agli arresti domiciliari Ciro Presta, Sirenella Mele, Giovanni Esposito, Gennaro e Francesco Patierno, Gennaro Tammaro. Gli Attardo sono accusati di aver monopolizzato il gioco d’azzardo e di aver sottoposto a usura giocatori incalliti e imprenditori in difficoltà, tra cui un cantante neomelodico con un proprio canale YouTube. Gli altri indagati sono imprenditori e professionisti sospettati di aver contribuito al giro di false fatture emesse da società cartiere. Nel filone sulla struttura del clan Contini risultano coinvolti Vincenzo Madonna, Gaetano Ammendola e Alfredo De Feo, in carcere per associazione di stampo camorristico.

Una delle zone di interesse del clan Contini era la gestione delle auto a noleggio nell’area dell’aeroporto di Capodichino, soprattutto attraverso il ruolo di Vincenzo Madonna, imprenditore nel settore dell’autonoleggio. Secondo alcuni collaboratori di giustizia, i Contini avevano il controllo anche su ditte che si occupavano delle pulizie nella zona aeroportuale.

Nell’ambito delle indagini sono stati trovati dieci pizzini, biglietti con appunti e disposizioni per i familiari. Alcuni di questi biglietti avevano un contenuto chiaramente usuraio ed estorsivo, dimostrando come Gaetano Attardo continuasse a gestire gli affari illeciti anche durante la sua latitanza attraverso i figli.

Nelle sale da gioco frequentate dagli uomini legati al clan Contini c’era una figura particolare, il “garante del tavolo”, il quale garantiva per un giocatore e in cambio riceveva una percentuale di tasse sui colpi messi a segno dal giocatore durante la partita. Il guadagno del garante poteva arrivare a circa 500 euro a partita.

Un ex imprenditore al soldo degli Attardo, Patrizio Russo, ha deciso di collaborare con l’autorità giudiziaria e ha raccontato di aver chiesto loro vari prestiti nel corso degli anni, arrivando a un totale di oltre 334mila euro. Russo ha rivelato il tariffario degli usurai del clan: per un prestito di 4mila euro bisognava versare rate mensili da 400 euro come interessi, fino a quando non si riusciva a restituire la quota capitale in un’unica soluzione; per un prestito da 8mila euro, rate mensili da 800 euro; per 20mila euro, rate mensili da 1.200 euro; per 50mila euro, rate mensili da 5mila euro. Russo è stato minacciato quando non è riuscito a rispettare il calendario dei pagamenti stabilito dal clan.

Gli arresti effettuati dimostrano l’impegno delle forze dell’ordine nella lotta contro le organizzazioni criminali e il gioco d’azzardo illegale. La Dda di Napoli continua a combattere contro la criminalità organizzata per garantire sicurezza e legalità nel territorio.

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