Presunta tangente al Comune di Cusano Mutri: richieste di condanna per tre imputati

Nel processo per presunta tangente al Comune di Cusano Mutri, il pubblico ministero Stefania Bianco ha chiesto una condanna ad 8 anni per Giuseppe Maria Maturo, sindaco del comune dal maggio 2014, a 6 anni per Remo Di Muzio, geometra libero professionista, e a 6 anni anche per Nicola Russo, capo Ufficio tecnico del Comune di Cusano. Durante l’udienza, oltre al pubblico ministero, è intervenuto anche l’avvocato Giuseppe Maturo, legale di parte civile che assiste l’impresa che aveva versato il denaro. Il legale ha convenuto con le argomentazioni dell’accusa chiedendo la condanna dei tre imputati.

Nella prossima udienza, fissata per il 26 settembre, parleranno i difensori degli imputati. Successivamente, il presidente del collegio penale, Simonetta Rotili, fisserà una nuova udienza per la sentenza.

Il 28 giugno 2018 Maturo e Di Muzio erano stati posti agli arresti domiciliari in seguito a un’ordinanza di custodia cautelare del gip Gelsomina Palmieri, su richiesta del sostituto procuratore Donatella Palumbo. Tuttavia, il provvedimento era stato annullato dal Riesame, che aveva modificato l’accusa da concussione a induzione indebita. Questa decisione era stata confermata nel gennaio 2019 dalla Cassazione, che aveva dichiarato inammissibile l’appello della Procura.

Secondo l’accusa, una microcamera nascosta in un pupazzo di peluche aveva testimoniato la consegna di una “mazzetta” da 2mila euro da parte di un imprenditore edile di Cusano. Questa somma era stata consegnata per i lavori di somma urgenza per la messa in sicurezza a ridosso dell’argine del torrente Reviola e i lavori di pulizia dell’alveo del torrente Titerno, in seguito all’alluvione del 2015. Questo pagamento rappresentava solo un anticipo rispetto ai 6500 euro richiesti, pari al 50% dell’importo di uno dei lavori di somma urgenza che la sua ditta aveva precedentemente svolto per il Comune di Cusano. Inoltre, all’imprenditore era stato chiesto di rinunciare ad alcuni ricorsi presentati al Tar. Secondo l’accusa, il geometra Di Muzio aveva il compito di “illustrare” questo “tariffario” per conto del sindaco Maturo. Gli investigatori sostengono che il geometra lavorasse in stretta sinergia con l’amministrazione comunale.

Gli episodi contestati risalgono al periodo tra il 2015 e il maggio 2017. Il sindaco Maturo e il geometra Di Muzio avevano respinto ogni accusa. Maturo aveva sostenuto di non aver fatto alcuna pressione sul titolare della ditta, con cui aveva ottimi rapporti di amicizia, e di non essere a conoscenza del versamento di denaro a Di Muzio. Quest’ultimo aveva affermato che la consegna della busta con il denaro presso il suo studio non era una tangente, ma il compenso per una prestazione professionale che aveva svolto insieme a un altro tecnico per conto della ditta. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Marcello Severino, Giuseppe Francesco Massarelli, Patrizia Pastore e Alberto Mignone.

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