Il processo di appello per l’omicidio del 14enne Emanuele Di Caterino si è concluso con la richiesta del sostituto procuratore generale di Napoli, Paola Correra, di dieci anni di carcere per l’imputato Agostino Veneziano, residente a San Marcellino. Il giovane aveva commesso il crimine quando aveva solo 17 anni, il 7 aprile 2013, in piazza Bellini ad Aversa. La prossima udienza si terrà il 6 luglio, quando la difesa dell’imputato avrà modo di esporre le proprie argomentazioni e verrà emessa la sentenza.

La madre di Emanuele Di Caterino, Amalia Di Iorio, che si è costituita parte civile nel processo, aveva espresso il desiderio che lo Stato punisse colui che aveva commesso l’omicidio, affinché si desse un esempio ai giovani. Era infatti preoccupata del fatto che Veneziano fosse ancora libero a dieci anni dal crimine. Vedere l’assassino di suo figlio camminare a testa alta e passare anche davanti a casa sua era terribile, aveva affermato Amalia.

Veneziano era riuscito ad evitare condanne pesanti grazie all’annullamento di alcuni processi precedenti. Dopo essere stato condannato a 15 anni nel primo processo di primo grado, annullato successivamente dalla Corte di Appello, è stato condannato a 8 anni nel nuovo processo di primo grado, poi a 10 anni in appello. Anche questa condanna è stata annullata dalla Corte di Cassazione ad inizio 2023, che ha rinviato gli atti ad una nuova sezione della Corte di Appello di Napoli per un sesto processo. Durante questo nuovo processo, i giudici di secondo grado sono chiamati a motivare meglio il diniego della legittima difesa invocata dalla difesa di Veneziano. In teoria, potrebbe esserci anche un settimo processo qualora si verifichi un altro passaggio in Cassazione.

Amalia, nel corso di questi anni, ha scritto lettere e appelli affinché l’assassino di suo figlio fosse rinchiuso in carcere. Ha parlato anche in Parlamento e nelle scuole, sensibilizzando gli studenti contro il bullismo. Non ha mai fatto pesare la sua battaglia per avere giustizia sugli altri suoi tre figli, ma loro e anche lei si chiedono quale sia il senso di aver tanto lottato nelle aule di giustizia se ancora non è stata fatta giustizia.

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