Il professionista G.D., accusato di truffa e falsità ideologica, ha scelto di non rispondere alle domande del giudice. Questo è stato possibile grazie alla facoltà di non rispondere che gli è stata concessa. G.D. è stato interdetto dalla professione per un anno a causa delle accuse mosse nei suoi confronti. Si tratta di un caso legato ad un fallimento di un’industria conserviera, in cui il professionista è stato coinvolto come curatore. Il suo avvocato, Pierluigi Spadafora, sta valutando la possibilità di presentare un ricorso al tribunale del Riesame.
Le indagini condotte dalla Guardia di Finanza di Salerno, sotto la supervisione della Procura di Nocera Inferiore, hanno rivelato che il professionista avrebbe approfittato della sua posizione di curatore fallimentare per compiere un’operazione di investimento di 3 milioni di euro senza l’autorizzazione del comitato dei creditori e del giudice delegato. Questa operazione avrebbe vincolato i fondi dell’attivo fallimentare. In particolare, G.D. avrebbe trasferito gli interessi generati da questa operazione su un conto corrente personale all’estero, per un importo di oltre 13mila euro. Per compiere questo atto il professionista avrebbe falsificato un mandato di pagamento, utilizzando il logo fittizio della Repubblica e contraffacendo la firma digitale del giudice delegato. Il gip ha anche disposto il sequestro preventivo di una somma di circa 18mila euro. Gli eventi si sono svolti tra il 2019 e il 2020 e l’inchiesta è partita dopo che il giudice delegato ha segnalato delle anomalie nella procedura fallimentare.
La difesa di G.D. ha scelto per ora di non rispondere alle domande del giudice, ma non è escluso che possa presentare un ricorso al tribunale del Riesame. La vicenda è ancora in corso e si attendono sviluppi futuri.