VILLA LITERNO – A un anno di distanza dalla prima sentenza, la Corte di Appello di Napoli ha emesso il verdetto sulle condanne in primo grado emesse dal Tribunale di Napoli riguardanti il gruppo considerato vicino al clan dei Casalesi. Secondo la Dda di Napoli, questi nuovi membri stavano minacciando imprenditori e commercianti dell’agro aversano con scopi estorsivi, nei territori precedentemente controllati da Antonio Iovine O’Ninno e Giuseppe Russo O’Padrino.
Dopo un accordo tra la Procura generale e otto imputati, sono state ridotte le pene per i membri del gruppo guidato da Oreste Reccia, con Antonio Ucciero come braccio destro.
Gianluca Alemanni ha ricevuto una condanna di quattro anni di reclusione, otto mesi in meno rispetto alla sentenza di primo grado. Luigi Annibale è stato condannato a due anni e 6 mesi, Luciano Carpiniello a due anni e 7 mesi, Raffaele Granata a due anni, sei mesi e 20 giorni. Giuseppe Muto, trentunenne, ha ricevuto una condanna di quattro anni, mentre Marco Testa, venticinquenne di San Marcellino, è stato condannato a tre anni e mezzo di carcere. La pena di Remigio Testa, 64enne di San Marcellino, è stata ridotta a cinque anni e mezzo.
Vincenzo Arrichiello, 53 anni di Villa Literno, ha ricevuto una condanna di due anni e 4 mesi, con una riduzione di pena perché è stato assolto dall’accusa di detenzione illegale di armi da fuoco.
Per uno dei capi dell’organizzazione, Antonio Ucciero, la pena è stata ridotta di tre anni, passando da 8 anni e 4 mesi in primo grado a 5 anni e 4 mesi in Appello. La condanna di tre anni è stata confermata per Emilio Mazzarella e Mariano Vitolo.
Oreste Reccia, condannato a 9 anni di reclusione, non ha presentato ricorso contro la sentenza.