ACERRA. In una giornata movimentata per la città, le forze dell’ordine si sono trovate ad indagare sul ritrovamento di sacche di liquido rosso, scambiato per sangue ma in realtà vernice. Nel frattempo, a Napoli, i giudici della Corte di Appello hanno iniziato un’udienza per decidere sulla richiesta di restituzione dei beni confiscati avanzata dai fratelli Pellini, a causa della mancata osservanza delle leggi vigenti.

Durante l’udienza, che si è svolta a porte chiuse, si sono verificati momenti di tensione a causa della presenza di una decina di manifestanti e del parlamentare Emilio Borrelli, che volevano assistere alla discussione. I familiari dei ricorrenti hanno protestato e chiesto l’allontanamento degli intrusi, che sono stati poi accompagnati fuori dall’aula penale dalle forze dell’ordine. I manifestanti, delusi di non poter assistere alla discussione, hanno manifestato il loro malcontento. Al termine della discussione, i giudici d’Appello si sono riservati la decisione, che potrebbe essere presa tra un giorno e un mese.

Ora spetta ai giudici valutare attentamente la richiesta dei ricorrenti, sapendo che i Pellini potranno comunque fare ricorso in Cassazione se non accetteranno la decisione della Corte di Appello. I giudici possono solo valutare le richieste e applicare la legge. Tra i commenti, spicca quello di Don Maurizio Patriciello: “Non possiamo accettare che questi soldi vengano restituiti a causa di un ritardo nella sentenza o di cavilli burocratici. Ma abbiamo fiducia nella magistratura. Siamo qui per dare voce alla gente della nostra terra che soffre”. Un’affermazione significativa, tipica di Don Maurizio che è sempre stato in prima linea nella difesa dell’ambiente.

In ogni caso, nonostante tanti anni di battaglia per la tutela dell’ambiente, poco o nulla è stato fatto. Al contrario, sorge il sospetto che a pagare il prezzo nella cosiddetta “terra dei fuochi” non siano solo coloro che muoiono di cancro, ma l’intera comunità. L’etichetta “terra dei fuochi” ha permesso la distruzione di tonnellate di cibo che alla fine si sono rivelate sane. La verità è che tutta l’Italia è una terra dei fuochi, dalle Alpi al Canale di Sicilia, ma molti preferiscono fare finta di non accorgersene.

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