La morte è sempre una tragedia che lascia senza parole e un senso di amarezza tra domande e commozione. Ieri mattina a Salerno si è svolto l’ultimo saluto a Riccardo Petteruti, tragicamente deceduto in un incidente stradale a Pontecagnano la scorsa settimana. Amici, parenti e conoscenti si sono riuniti in un sabato mattina estivo, dimenticando il caldo per il freddo nel cuore. L’imprenditore salernitano di 48 anni, residente a Campagna, è morto mentre era in sella alla sua moto Yamaha, quando improvvisamente si è schiantato contro un palo della pubblica illuminazione, in direzione Battipaglia. La velocità della moto o una manovra errata del motociclista potrebbero essere le cause dell’incidente mortale, considerando che il limite di velocità in quel tratto di strada è di 50 km/h. Durante la celebrazione delle esequie nella chiesa Santa Maria ad Martyres, padre Giorgio Terrasi ha trovato le parole giuste per dare conforto ai presenti, tra cui i genitori, il fratello e i figli adolescenti Pietro e Letizia. La morte improvvisa lascia un vuoto difficile da colmare, come ha sottolineato padre Giorgio: “La morte arriva all’improvviso, non si può programmare, spesso coglie di sorpresa, ma ci sono due cose che possono lenire il dolore: la fede e la preghiera”.

Riccardo Petteruti era molto conosciuto nella città di Salerno, costruttore di barche e co-fondatore del Cantiere nautico All-Rib, figlio del compianto Guido Petteruti, storico fondatore del cantiere nautico omonimo. Salerno perde una persona importante nella sua vita legata al mare. Ieri mattina, con gli occhi pieni di lacrime, anche l’amico Alfonso Stoia, che aveva scelto di condividere con lui il percorso professionale. Lo chiamava affettuosamente Schumi, un soprannome che gli aveva cucito addosso. “Ho ricevuto una telefonata terribile l’altra sera – ha detto – non riesco ancora a credere a questa situazione, siamo cresciuti insieme e abbiamo fatto tante cose insieme, era felice. Questa notizia ci ha distrutti. Era unico, sapeva fare cose che nessun altro in Italia riusciva a fare, era bravo e professionale. Purtroppo, la litoranea è una strada pericolosa, quasi ogni mese succede una tragedia, lui era troppo giovane. Il ricordo che tengo di lui? Era sempre ottimista e felice, nonostante tutto il male che gli era stato fatto, aveva sempre un sorriso”.

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