27 luglio 2023, ore 12:39. Sono Luigi De Lucia e Pasquale Rinaldi, considerati gli esecutori materiali dell’omicidio. La donna, che all’epoca aveva 22 anni, fu una vittima innocente della faida di Scampia del 2004-2005.

I due arrestati sono Luigi De Lucia e Pasquale Rinaldi, conosciuto come ‘o vichingo: secondo gli investigatori, sono gli esecutori materiali dell’omicidio. Le indagini della squadra mobile di Napoli sono riprese nel 2020 dopo le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia: le loro rivelazioni hanno permesso di risalire al presunto coinvolgimento dei due. I presunti colpevoli – Rinaldi è stato trovato nella sua casa a Castel Volturno, in provincia di Caserta, mentre De Lucia è stato raggiunto a Massa Carrara, con aggravamento di pena, essendo già agli arresti domiciliari.

Per l’omicidio di Gelsomina sono già stati arrestati e condannati Pietro Esposito, che secondo le accuse avrebbe accompagnato la ragazza all’appuntamento con i suoi aguzzini, e Ugo De Lucia, al vertice di uno dei gruppi di fuoco del clan Di Lauro, ritenuto l’ideatore dell’omicidio.

Secondo le accuse, il corpo di Gelsomina è stato dato alle fiamme forse per nascondere le tracce delle sevizie subite nelle ultime ore di vita. La ragazza, conosciuta da tutti come Mina, è stata vittima di una vendetta trasversale: aveva avuto una relazione sentimentale con Gennaro Notturno, detto ‘o Saracino, esponente di spicco degli scissionisti. Una storia che era già finita quando è stata uccisa. La morte di Gelsomina ha sconvolto l’opinione pubblica insieme a quella della 14enne Annalisa Durante, vittima innocente di un agguato di camorra a Forcella, proprio per la loro estraneità agli ambienti criminali.

La faida – La prima faida di Scampia, avvenuta tra il 2004 e il 2005, ha visto contrapposti il clan Di Lauro – con a capo Cosimo Di Lauro, morto nel carcere milanese di Opera nel 2022, figlio maggiore del boss Paolo Di Lauro detto Ciruzzo ‘o milionario – e gli scissionisti Amato-Pagano, nati da una costola dello stesso clan e guidati da Raffaele Amato, arrestato nel 2009 a Marbella (in Andalusia) e ancora in carcere.

Lo scontro è nato per il controllo criminale dei quartieri di Secondigliano e Scampia e dei comuni Melito, Mugnano, Casavatore e Arzano dell’hinterland di Napoli. La faida tra i due clan ha provocato oltre 60 omicidi tra il 2004 e il 2005. Le due bande si sono combattute con una brutalità tale che gli investigatori l’hanno definita la più violenta dai tempi della guerra degli anni Ottanta tra la Nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo e la Nuova famiglia di Carmine Alfieri e dei fratelli Nuvoletta.

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