Pescopagano, una frazione di Castel Volturno, è diventata nel corso degli anni una delle mete preferite per spacciatori e acquirenti di droga. La facilità di acquisto della droga e le migliaia di cessioni hanno reso questa zona un punto di riferimento per il mercato della droga. Questo emerge dall’ordinanza che ha portato all’arresto di sei persone e all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per altre tre, in seguito all’omicidio di Anthony Amadi avvenuto il 27 febbraio 2020 a Castel Volturno.

Dalle dichiarazioni degli acquirenti emerge che i vari gruppi di spacciatori presenti sul posto collaboravano tra loro per offrire sempre un “servizio” agli acquirenti. Ad esempio, una persona ascoltata dai carabinieri ha dichiarato di essersi trovata a casa di due coniugi spacciatori, ma che questi non avevano la droga richiesta. Quindi, l’acquirente doveva aspettare dai 5 ai 10 minuti e uno dei capi della banda tornava con la droga richiesta (crack, eroina o cocaina).

Secondo gli inquirenti, gli indagati si cedevano reciprocamente la droga per poterla vendere al dettaglio ogni volta che qualcuno di loro ne era sprovvisto. Questo è il motivo per cui è stata esclusa l’ipotesi del cosiddetto “piccolo spaccio”, che prevede una limitata circolazione di droga e denaro. In questa inchiesta sono state registrate migliaia di cessioni con un flusso di denaro tra tutti i coinvolti.

Pescopagano è diventata quindi un punto di riferimento nel mercato della droga, superando i confini regionali. La lotta allo spaccio e al consumo di droga in questa zona è diventata una priorità per le forze dell’ordine, che continuano a lavorare per contrastare questo fenomeno e garantire la sicurezza dei cittadini.

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