Alleggerimento delle misure cautelari per gli indagati dell’inchiesta sulle presunte truffe nei corsi di formazione. Massimo La Porta e gli altri interessati non sono più in regime di arresti domiciliari, ma hanno l’obbligo di dimora nel comune di residenza. La Guardia di Finanza ha notificato questa mattina il provvedimento che di fatto li rimette in libertà. L’indagine della Procura della Repubblica di Vallo della Lucania aveva disposto il sequestro preventivo di circa 57 milioni di euro, frutto di illeciti profitti derivanti da una presunta associazione a delinquere che emetteva fatture false, compensava indebitamente crediti d’imposta e autoriciclava il denaro. Nove persone erano state coinvolte e avevano subito misure cautelari.

Secondo le accuse, l’associazione aveva come referenti principali Concordio Malandrino e un suo presunto prestanome, che avevano organizzato una truffa che coinvolgeva una “società cartiera” di Cicerale, con una filiale in Bulgaria. Sarebbero stati organizzati falsi corsi di formazione per il personale dipendente nel settore delle tecnologie innovative e della digitalizzazione, previsti dal Piano Nazionale Industria 4.0. Secondo i finanzieri di Agropoli, queste attività avrebbero permesso di mettere in atto una grande frode ai danni dello Stato.

In precedenza, il riesame si era pronunciato contro la richiesta di liberazione degli indagati, ma recentemente l’udienza ha avuto esito favorevole. A seguito di questo provvedimento, Massimo La Porta è stato sostituito nel consiglio comunale da Emilio Malandrino.

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