Un’ulteriore prova a fare sospettare una possibile esistenza in vita del boss fondatore del clan dei Casalesi

L’inchiesta sulla famiglia Bardellino si allarga. Gli investigatori della Dda e la Dia di Napoli stanno indagando su due richieste anomale fatte dai figli di Antonio Bardellino, nati dalle seconde nozze con Rita De Vita, e dal figlio adottivo del primo matrimonio con Maria Immacolata Bretto. Entrambe le richieste chiedono di cambiare il cognome e di acquisire quello del padre, che finora non hanno avuto. Questo è un ulteriore motivo di sospetto, come afferma il pubblico ministero della Dda Vincenzo Ranieri, che indica una possibile esistenza in vita del boss fondatore del clan dei Casalesi. Se Antonio Bardellino fosse veramente vivo o se non fosse stato ucciso nel 1988, come hanno raccontato i collaboratori di giustizia, allora il padrino avrebbe ingannato tutti, compresi i giudici, i parenti e i suoi nemici storici del clan Schiavone. È importante ricordare che otto anni fa un altro boss casertano, ex braccio destro di Raffaele Cutolo, che tutti credevano morto, è stato arrestato dopo 30 anni di ricerche e indagini. Pasquale Scotti fu catturato in Brasile dove viveva con un falso nome. Anche le dichiarazioni di Giuseppe Favoccia, un uomo di 73 anni di Formia, sono misteriose. Egli giura di aver incontrato Antonio Bardellino all’aeroporto di New York nel 2010, 12 anni dopo la presunta morte del padrino. Proprio Favoccia è stato arrestato l’altro giorno durante le perquisizioni della Dda di Napoli, perché trovato in possesso di un’arma illegale. All’interno della sua casa a Formia aveva una pistola alterata senza matricola e con munizioni calibro 7,65.

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