Le acque del Rio Sguazzatoio, situato tra Angri e San Marzano, si tingono di rosso a causa degli scarichi industriali e dei sversamenti illeciti che avvengono nel canale. L’allarme è stato lanciato dall’attivista Eugenio Lato, membro del comitato salute e sicurezza, che ha documentato il cambiamento di colore delle acque. Questo problema persiste da anni e si è intensificato con l’aumento della lavorazione dei pomodori da parte degli opifici circostanti.

Nonostante ciò, le istituzioni locali non hanno preso alcuna azione per risolvere questa situazione. I lavori di dragaggio, finanziati dalla Regione con un milione e mezzo di euro, non hanno portato a una soluzione, mentre l’abbattimento del Ponte Marconi, che avrebbe dovuto porre fine agli allagamenti nelle aree agricole e residenziali, è stato rimandato a gennaio senza mai essere avviato.

Lato ha dichiarato di aver contattato tutti gli enti competenti, ma di non aver ricevuto alcuna risposta. La variazione di colore delle acque del Rio Sguazzatoio, insieme al conferimento illegale di materiali, continua a verificarsi tra Angri e San Marzano. Gli scarichi industriali dovrebbero essere smaltiti correttamente dalle aziende nelle loro vasche, ma questo fiume è diventato una discarica a cielo aperto, e tutti sono responsabili di questo modo di agire.

È fondamentale che le istituzioni locali prendano seri provvedimenti per risolvere questo problema, al fine di tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini. È necessario monitorare attentamente gli opifici circostanti e garantire che rispettino le norme di smaltimento dei rifiuti industriali. Solo attraverso un’azione congiunta tra enti competenti e cittadini sarà possibile ripristinare la qualità delle acque del Rio Sguazzatoio e preservare l’ecosistema locale.

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