Caserta (pm) – Mercoledì 2 agosto si sono celebrati i 43 anni della “strage di Bologna”, l’attentato terroristico che ha causato la morte di 85 persone e il ferimento di oltre 200, con l’esplosione di una bomba all’interno della stazione centrale della città emiliano-romagnola. Il Presidente Mattarella ha ribadito la matrice neofascista dell’attentato nel suo messaggio commemorativo. Gli ex Nar (nuclei armati rivoluzionari) Valerio Fioravanti e Francesca Mambro sono stati condannati all’ergastolo per questi fatti, mentre Luigi Ciavardini è stato condannato a 30 anni, essendo minorenne all’epoca. La vicenda giudiziaria è ancora aperta nella fase degli appelli per gli altri due imputati, Gilberto Cavallini, ex Nar, e Paolo Bellini, ex appartenente di Avanguardia nazionale.

Paolo Bellini è stato arrestato il 29 giugno scorso per ordine della magistratura, a seguito di intercettazioni ambientali eseguite dalle autorità di Firenze e Caltanissetta nella sua abitazione, dove stava scontando altre pene detentive. Dalle conversazioni captate emergeva che Bellini nutriva propositi ostili, fino all’omicidio, nei confronti dell’ex moglie, Maurizia Bonini, e del figlio del presidente della Corte d’assise che lo aveva condannato all’ergastolo nel processo di primo grado. Maurizia Bonini è stata il testimone chiave per la sua condanna, avendo smentito l’alibi che lei stessa gli aveva assicurato per 40 anni, secondo il quale l’uomo si trovava fuori Bologna in quei giorni, riconoscendolo invece in un filmato girato da un turista tedesco poco dopo l’esplosione.

Tra gli investigatori che si sono occupati del caso negli ultimi 40 anni c’è un protagonista casertano, Natale Argirò, alto dirigente della polizia italiana, originario di S.Maria C.V. e casertano di adozione, durante gli anni in cui fu questore di Reggio Emilia. Grazie all’impulso dato da Argirò, nel giugno 1999 la polizia arrestò Paolo Bellini per l’omicidio di Alceste Campanile, simpatizzante di Lotta Continua, e per l’esplosione di una bomba al bar Pendolino di Bologna. Argirò riuscì a ottenere una confessione da Bellini, che permise di indicarlo come possibile autore materiale della strage alla stazione ferroviaria di Bologna. La Gazzetta di Reggio dedicò l’anno 1999 a Natale Argirò, definendolo “il Questore con la pistola”.

Questi sono i concittadini che ci onorano.

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