Dopo l’incidente avvenuto nel Fiordo di Furore, in Costiera Amalfitana, che ha causato la morte di Adrienne Vaughan, il Codacons solleva alcune questioni importanti riguardo alla sicurezza nelle nostre acque. Secondo l’Associazione, è necessario individuare le responsabilità individuali, ma non solo quelle dei conducenti delle imbarcazioni coinvolte. Il problema principale è la mancanza di controlli nelle nostre acque, che crea un senso di impunità e incoraggia comportamenti rischiosi e violazioni delle regole nautiche. È proprio queste violazioni che, puntualmente ogni estate, causano tragedie come questa.

Il Codacons chiede di verificare quante e quali pattuglie della Guardia Costiera erano presenti nella zona, di capire quali zone sono state controllate e in generale di chiarire come sia possibile che si sia sviluppato un codice nautico informale e illegale, caratterizzato da velocità elevate e movimenti rapidi anche in zone affollate di barche e persone. È inaccettabile che tragedie terribili come questa possano accadere.

“Abbiamo bisogno di controlli precisi e costanti nelle nostre acque”, afferma il presidente Carlo Rienzi. “Da troppo tempo si crede che il mare italiano sia uno spazio senza regole, dove si può fare tutto ciò che si vuole. Le tragedie che si ripetono, però, dimostrano che in questo modo mettiamo a rischio la sicurezza delle persone”, conclude.

È fondamentale che vengano prese misure immediate per garantire la sicurezza nelle nostre acque. I controlli devono essere intensificati e le violazioni delle regole nautiche devono essere punite severamente. Solo così possiamo evitare tragedie come quella accaduta nel Fiordo di Furore e garantire la sicurezza di tutti coloro che si trovano in mare.

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