Ogni anno, in Italia, si registrano decine di casi di feriti e morti a causa dell’uso del barbecue. Questa pratica, che è diventata una moda negli ultimi anni, comporta diversi rischi che vanno presi in considerazione. Anche quest’anno, durante il Ferragosto, non sono mancati gli incidenti legati all’utilizzo del barbecue, come ad esempio l’incendio di un’abitazione nel Veneto.

Secondo i dati della Società italiana ustioni, il cattivo uso dell’alcool denaturato è responsabile di decine di morti e ustionati gravi ogni anno. Maurizio Stella, direttore del Centro grandi ustionati del CTO di Torino, ha spiegato che quando fa caldo, il barbecue diventa una sorta di fornello gigante, creando una nuvola invisibile di gas intorno ad esso. Di conseguenza, l’alcool liquido a contatto con il fuoco può facilmente far divampare le fiamme.

Lo specialista ha inoltre evidenziato gli errori più comuni legati all’utilizzo del barbecue. Molte persone pensano che una spruzzatina di alcool possa facilitare l’accensione del fuoco, ma spesso si verifica un ritorno di fiamma che provoca ustioni gravi. È importante sconfiggere questa abitudine, poiché ogni anno si registrano circa 20 morti a causa di questo tipo di incidenti, mentre le persone che sopravvivono con ustioni di vario grado sono circa un centinaio.

Per evitare di finire tra le vittime di incidenti legati all’utilizzo del barbecue, è fondamentale prestare la massima attenzione. È consigliabile utilizzare strumenti appositi per accendere il fuoco, evitando l’uso di alcolici o liquidi infiammabili. Inoltre, è importante posizionare il barbecue in un luogo sicuro, lontano da oggetti infiammabili e da eventuali correnti d’aria che potrebbero alimentare le fiamme.

In conclusione, è necessario prendere sul serio i rischi legati all’utilizzo del barbecue e adottare tutte le precauzioni necessarie per evitare incidenti. È meglio dedicare qualche minuto in più per accendere il fuoco in modo sicuro piuttosto che mettere a rischio la propria vita e quella delle persone intorno a noi.

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