Una straordinaria scoperta è stata fatta a Pompei, è stata ricostruita la stanza di alcuni schiavi in una villa situata a poche centinaia di metri dagli scavi. Questa scoperta è stata possibile grazie alla tecnica dei calchi, un metodo unico a Pompei e nelle sue vicinanze. Mobili, tessuti e persino corpi delle vittime dell’eruzione del 79 d.C. sono stati coperti dalla nube piroclastica e poi solidificati, lasciando un vuoto nel terreno. Riempendo questo vuoto con gesso, è stato possibile rivelare la forma originale degli oggetti.
Il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha affermato che questa ricostruzione conferma la necessità di continuare le ricerche scientifiche. Conclusa l’operazione Grande Pompei, sono in programma nuove iniziative e finanziamenti per continuare nella ricerca e nella tutela del sito.
La nuova stanza, chiamata ambiente A, è diversa da quella già conosciuta come ambiente C, ricostruita lo scorso novembre. Mentre uno dei letti trovati è simile a quelli del 2021, estremamente semplice e senza materasso, l’altro è un tipo più confortevole e costoso, noto come “letto a spalliera”. Sulle spalliere sono ancora visibili tracce di decorazioni rosse. Oltre ai letti, nella stanza sono presenti due piccoli armadi, alcuni vasi di ceramica e diversi attrezzi, tra cui una zappa di ferro.
Durante lo scavo sono stati trovati anche i resti di tre roditori: due topolini in un’anfora e un ratto in una brocca, posizionata sotto uno dei letti. Questi dettagli sottolineano ancora una volta le precarie condizioni di vita degli schiavi dell’epoca.
L’esplorazione archeologica della villa di Civita Giuliana ha avuto inizio nel 2017 grazie a una collaborazione tra il Parco Archeologico di Pompei e la Procura della Repubblica di Torre Annunziata. Grazie a questa collaborazione, è stato possibile fermare gli scavi clandestini nell’area e preservare il sito archeologico.
Il direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, ha spiegato che i proprietari della villa avevano diversi privilegi, tra cui la possibilità di formare una famiglia con alcuni schiavi per legarli più strettamente alla villa. Questo serviva anche a tenerli come alleati per sorvegliare gli altri schiavi. Non sono state trovate tracce di grate, lucchetti o ceppi, il controllo avveniva principalmente tramite l’organizzazione interna della servitù.
Si continueranno le ricerche e si progetterà la fruizione del sito archeologico. Durante la riapertura dell’Antiquarium di Boscoreale, prevista per l’autunno, sarà creata una sala per informare il pubblico sugli scavi in corso. Il direttore ha ringraziato la Procura per il loro eccellente lavoro.