Un manifesto che annuncia la morte di “Zio Rizzoli” per mano del “Robin Hood” che a ferragosto l’aveva denunciato causando il sequestro di varie attrezzature utilizzate abusivamente sulla spiaggia libera di Cava dell’isola a Forio.
Un gruppo di persone ha tappezzato il paese con finti manifesti a lutto per prendere le parti di “Zio Rizzoli”, il noto personaggio che da anni staziona sull’unica spiaggia completamente libera dell’isola d’Ischia, arrangiandosi con il fitto di sdraio ed ombrelloni ai bagnanti che frequentano il posto, ed attaccare il “Robin Hood” citato nel manifesto, ovvero il deputato dei Verdi Francesco Emilio Borrelli.
Domani mercoledì 23 agosto alle 12, presso la Spiaggia di Citara, a Forio, il deputato di Alleanza Verdi – Sinistra Francesco Emilio Borrelli e la responsabile isolana di Europa Verde Mariarosaria Urraro, distribuiranno dei portacicche ai bagnanti partendo dall’edicola che si trova nella piazzetta. «Una iniziativa che si ripete anche quest’anno che mira a sollecitare il rispetto da parte di tutti per l’ambiente. L’abbandono di cicche lungo gli arenili è una triste consuetudine altamente inquinante, ogni mozzicone di sigaretta contiene oltre 7mila sostanze chimiche tossiche che devono necessariamente essere smaltite correttamente».
Intanto sui manifesti che sono stati affissi a sostegno dei “gestori” dei lidi abusivi sulla spiaggia pubblica, più volte denunciati da Borrelli e che invitano la popolazione a partecipare a un raduno per esprimere un parere sull’accaduto, Borrelli dice la sua. «Vengano a Citara a confrontarsi pubblicamente con me – ha commentato il deputato – chi occupa abusivamente la spiaggia pubblica e impone pagamenti non dovuti senza pagare tasse e senza avere licenze occupando spazi pubblici di tutti può essere difeso solo dalla parte marcia e corrotta della società. La spiaggia libera è patrimonio di tutti. Il fatto che anche i manifesti siano stati affissi abusivamente è fortemente sintomatico della cultura di chi non conosce regole se non quelle della violenza e della prevaricazione».