La Corte di Cassazione ha confermato la decisione della Corte di Appello di Napoli riguardo alla confisca degli appartamenti di via Padule a Mondragone. La proprietaria dei beni, Francesca Molitierno, è stata ritenuta responsabile della detenzione degli immobili, anche se si sostiene che in realtà siano di proprietà di Aldo La Torre, zio del pentito Augusto La Torre. Nonostante a Molitierno sia stato riconosciuto un indennizzo di circa 22.000 euro, la confisca degli appartamenti è stata confermata. Aldo La Torre ha presentato un ricorso in Cassazione per annullare la decisione della Corte di Appello napoletana. Nel ricorso si afferma che La Torre sarebbe stato estraneo alla cosca dal 1998 al 1999, periodo precedente all’acquisto degli immobili. La sentenza definitiva di condanna del 77enne dimostrerebbe quindi che gli appartamenti sono stati comprati con denaro proveniente da attività lecite. Tuttavia, secondo Augusto La Torre, i beni immobili sarebbero stati acquistati dallo zio e dal boss tra il 1995 e il 1996 come investimento economico. La Cassazione ritiene che le dichiarazioni di Augusto La Torre confermino la correttezza della decisione della Corte di Appello. Nonostante nella sentenza di condanna di Aldo La Torre si faccia riferimento al periodo di appartenenza alla cosca a partire dal 1998, risulta evidente la partecipazione dell’uomo all’associazione mafiosa anche durante l’acquisto degli appartamenti. Gli appartamenti di via Padule a Mondragone rimarranno quindi definitivamente nelle mani dello Stato, poiché il ricorso di Aldo La Torre è stato respinto dalla Cassazione, confermando così la decisione dei giudici di secondo grado.

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