Boss arrestato grazie ad un cagnolino a Giugliano
Il boss di camorra Luigi Cacciapuoti è stato arrestato grazie all’aiuto di un cagnolino: il cucciolo apparteneva alla compagna dell’uomo e seguendo le sue tracce i carabinieri sono riusciti ad arrestare il latitante.

Una caccia all’uomo durata mesi, conclusa ieri 24 agosto in una sontuosa villa con piscina: siamo a pochi passi dal litorale di Giugliano in Campania, nella frazione di Varcaturo. E’ lì che i carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna hanno arrestato Luigi Cacciapuoti, 64enne ritenuto dai militari a capo del clan che porta il suo cognome, operante nel comune di Villaricca, in provincia di Napoli. Un fantasma dallo scorso febbraio, Cacciapuoti dovrà scontare 15 anni di reclusione per associazione di tipo mafioso.

I carabinieri lo hanno cercato a lungo, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia napoletana. Grazie a indagini tradizionali e tecniche, al monitoraggio dei social e dei movimenti finanziari sono riusciti a circoscrivere l’area dove il 64enne era verosimilmente nascosto, ma il luogo preciso rimaneva ancora poco chiaro. Così hanno battuto ogni possibile pista, setacciando palmo a palmo tutta l’area. Questo fino al giorno in cui un cagnolino e il fiuto degli investigatori hanno suggerito il suo nascondiglio.

Un cane bianco, un barboncino fedele amico di una donna che incontrava Cacciapuoti. Un animale come tanti che però ha suscitato il sospetto degli investigatori: era affacciato ad una finestra semichiusa di una grossa villa. Un elemento che ha permesso ai militari di collegare i fili dell’attività investigativa facendo presumere che quello chalet fosse proprio il rifugio del latitante.

Così, analizzata ogni via di fuga tra le quali anche l’impianto fognario che correva nel sottosuolo, i carabinieri hanno pianificato il blitz: nulla è stato lasciato al caso e le uscite sono state tutte bloccate, circondando la villa. Poi l’ingresso, in forze: Cacciapuoti se n’è accorto quando i carabinieri erano ormai ad un passo da lui, sdraiato a bordo piscina mentre sfogliava un quotidiano: il giornale era aperto su una pagina di cronaca della camorra di Ponticelli. Non ha opposto resistenza e le manette sono scattate ai suoi polsi.

Sono finiti in carcere sia Cacciapuoti, che portava con sé documenti d’identità falsi, sia la donna in sua compagnia, padrona del cagnolino eroe a sua insaputa, per favoreggiamento e procurata inosservanza di pena. Il latitante è ora nel carcere di Secondigliano mentre la donna è stata portata nel carcere di Pozzuoli.

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