I figli di esponenti della camorra coinvolti nello stupro delle cuginette di Caivano

Nel Napoletano, nell’ambito delle indagini sullo stupro delle cuginette di 10 e 12 anni di Caivano, è emerso che tra i componenti del branco coinvolto ci sono anche i figli di almeno due esponenti di spicco della camorra. Il numero dei coinvolti potrebbe essere maggiore di sei e potrebbe arrivare a 15 ragazzini.

Le indagini, coordinate dalla procura minorile, non escludono che il branco abbia abusato ripetutamente delle due ragazzine per diversi mesi. I cellulari sono stati sequestrati e sono in corso le indagini sui tabulati. Gli investigatori stanno cercando anche possibili video delle violenze. Le ragazzine, entrambe in comunità, venivano picchiate e minacciate dai ragazzi che le violentavano.

Le indagini sono condotte in coordinamento tra la procura per i minorenni di Napoli e la procura di Napoli Nord, competente per il coinvolgimento di un indagato maggiorenne. Gli investigatori mantengono un riserbo totale. L’ipotesi su cui procedono le indagini è quella di abusi ripetuti nel corso di alcuni mesi.

Sotto la lente degli inquirenti c’è un gruppo composto da circa quindici giovanissimi, quasi tutti minorenni, coinvolti in vario modo nella vicenda. Alcune delle violenze potrebbero essere state riprese con i telefoni cellulari: sono stati sequestrati una decina di dispositivi sui quali sono in corso le verifiche.

Il Tribunale dei Minorenni di Napoli, nel frattempo, ha convalidato l’allontanamento delle due bambine e ha predisposto percorsi di sostegno con l’aiuto di un curatore e di consulenti, tra cui uno psicologo, per valutare e reintegrare le famiglie delle piccole vittime.

Don Patriciello, il parroco di Caivano, commenta la vicenda affermando che se fosse vero il coinvolgimento di alcuni figli di esponenti della camorra, non sarebbe sorpreso. Tuttavia, sottolinea che in questa vicenda non si tratta di uno stupro commesso da adulti, ma di bambini che sono vittime e carnefici. Don Patriciello si chiede se la riflessione debba fermarsi ai bambini o pensare anche ai genitori. Sottolinea che dove la famiglia è più fragile, emergono problemi più grandi che coinvolgono tutti. Invita tutti a unirsi per capire cosa fare e sottolinea che la chiesa è pronta ad accogliere la premier Giorgia Meloni, invitandola a visitare il quartiere e a non lasciare soli i bambini. Infine, conclude dicendo che sarebbe bello se lo Stato fosse più presente in queste situazioni.

Articolo precedenteMontella: il dramma della solitudine che non possiamo ignorare
Articolo successivoEmergenza al pronto soccorso del Ruggi: polemiche e attese interminabili

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui